mercoledì 31 agosto 2011

IL GRANDE CALCIO. NEL CULO.

Tanto non servirà a nulla, e molta gente è comunque in preda alla disperazione e freme dalla voglia di vedere i milionari in calzoncini, ma per quanto mi riguarda il calcio professionistico può anche andare a farsi benedire. Duri colpi erano già arrivati con calciopoli, poi il calcio scommesse, le continue inutili risse da stadio, programmi inutili basati sul nulla con la pretesa di essere seri in cui si pontifica  sulla serietà di questo sport, gente viziata che pensa di essere al di sopra della legge, che arringa i tifosi contro quell'arbitro o quel dirigente, ma con questa specie di sciopero hanno veramente pisciato fuori, per quanto mi riguarda. Qual'è l'unica maniera di fargli capire che ne siamo stufi? Molto semplice, levandogli i soldi. Ma come si fa, direte voi, noi non siamo i presidenti, non siamo noi a pagare gli stipendi. E invece sì, siamo proprio noi a pagare fior di quattrini queste sottospecie di semidei, andando allo stadio, pagando costosi abbonamenti per vedere le partite in TV, facendo in modo che attorno a questa pagliacciata ci sia un giro di sponsor da miliardi di euro che noi stessi mettiamo in moto seguendo a milioni e milioni ogni domenica questi buffoni che hanno dimenticato la storia e l'essenza di questo sport, e dello sport tutto. I calciatori guadagnano in base a quanta gente versa soldi nel business del calcio. L'unico modo per levargli i soldi e fargli fare un bagno di umiltà è quello di ignorarli in massa, basta spendere centinaia di euro per andare allo stadio, basta pagare esosi abbonamenti TV, basta comprare gadget, riviste specializzate e stare incollati al televisore per vedere interminabili trasmissioni in cui ci si insulta e basta. 

Per quanto mi riguarda, il calcio professionistico e i calciatori, Inter compresa, la mia (ex) squadra del cuore, d'ora in poi saranno solo una nota di folklore di cui sentirò parlare nei bar da qualcuno a cui ancora interessa parlarne. Vado a fare sport, quello vero, e sabato e domenica torno per strada a gareggiare. Prendete il pallone e infilatevelo in quel posto.

domenica 7 agosto 2011

XII CORRI BANARI - 6,3 KM - 22'20" + CORRI LIMBARA - 6,2 KM - 25'00"


Giro di boa per la mia avventura di runner, l'anno scorso infatti questa di Banari era la seconda gara in assoluto che avevo affrontato da che ho iniziato a correre, ma la prima, quella di Laerru, quest'anno non è in calendario, dunque il giro di boa è questo. E mi porta fortuna, perché la gara la vinco io. Ok, mancavano i big, e il cronometro non segna granché, ma la soddisfazione c'è tutta, considerato che non ho fatto scarico a seguito di una settimana molto impegnativa di allenamenti pesanti, con ripetute in salita e lavoro lattacido sul piano. E gli aversari non sono stati certo a guardare, e per vincere ho dovuto spremere tutte e riserve di energia che mi rimanevano. Il percorso è lo stesso, durissimo, dell'anno scorso, con una salita che già ti fa sentire la fatica fin dalle prime battute, a questo si unisce un caldo quasi soffocante, che in alcuni tratti si faceva opprimente, senza un alito di vento a ristorarti. Alla partenza decido di fare da battistrada, e mi seguono da presso altri 3-4 atleti. Iniziata la salita, la selezione fa le prime vittime, e pian piano i passi vicini a noi si distanziano. In particolare due sembrano reggere bene, e sul finire del giro mi sorpassano e fanno l'andatura. Li seguo dappresso senza però cedere terreno, e approfitto della salita dura nel secondo giro per dare altri strappi alla corsa. Qualcuno inizia a cedere, ma ancora non mi lasciano, e inizio a sentire un pò la fatica anch'io. Al terzo giro però l'ennesimo attacco dà i suoi frutti, e mi ritrovo da solo seguito poco distante  da un atleta di Sassari, l'ultimo a cedere. Sl finire del giro, a metà gara, però, anche lui cede, e mi lascia solo a doppiare i ritardatari che cominciano ad essere sempre più numerosi. Da lì in poi cerco di mantenere un ritmo abbastanza alto per non far tornare i miei aversari diretti, nelle salite devo vincere la stanchezza e il solito mal di stomaco che ormai mi prende sempre quando affronto gare corte, mentre nelle discese lascio andare le gambe, senza forzare ma mantenendo velocità. L'ultimo giro per il sicuro lo faccio in progressione, e a 200 metri dal traguardo mi lancio in volata per evitare imprevisti, arrivo felice al traguardo con le mani alzate Ma c'è poco tempo per riposare, domenica a Tempio altra gara... (Un grazie alla madre di Davide per le belle foto)
 C'è poco tempo per riposarsi, poiché ritorno a gareggiare il mattino dopo nel bosco di Vallicciola a Tempio, un posto incantevole vicino alla cima del Limbara, un pò meno incantevole il percorso, che dopo qualche saliscendi spezza gambe impegnava tutti in una salita suicida, da spezzare gambe, fiato, volontà, insomma, ti metteva in ginocchio., per poi farti arrivare al traguardo esanime. Per chi come me non conosceva il percorso veniva preso alla sprovvista, perché anziché un circuito da ripetere più volte, si trattava di percorso unico, e vista la conformazione del terreno sembrava un trail corto, tanto era pesante e soffice in molti punti lo sterrato che componeva la quasi totalità del percorso.
Parto sparato, come al solito, nonostante l'ultima volta che ho provato a inseguire il battistrada, lo stesso di Macomer, mi sono spaccato anzitempo. E infatti succede così, anche perché sulle gambe sento la pesantezza della sera prima. Il primo km lo passiamo in 3'20, ma già al secondo si rallenta e sono a 6'48". La discesa non è il mio forte, e continuo a perdere terreno nei confronti dei battistrada, ma quando la strada si normalizza recupero una posizione. Arrivati alla salita finale da circa un km e mezzo supero un altro atleta, visibilmente sofferente, e provo a inseguire la 3° piazza. Le gambe sempre più pesanti però non lo permettono, arrivo al traguardo buon quarto, senza avere troppo gap dai primi, in fondo soddisfatto, ora vado in vacanza a ultimare i preparativi del mio matrimonio, e tornerò in gara a Settembre.

Buone corse!